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L'allevamento a mano

L'allevamento a mano è una pratica molto delicata, ma che, se correttamente effettuata può avere molti vantaggi. Le motivazioni per cui si può decidere di allevare un pullo a mano sono molteplici, ma tutte valide: sia che si desideri avere un pappagallino docile, affettuoso e completamente confidente in noi, sia che si debba salvare un piccolo abbandonato dai genitori, sia che si debba aiutare una coco che abbia avuto una covata numerosa, questa pratica è la soluzione ideale.
Prima di descrivere in cosa consiste l'allevamento a mano ci tengo a sottolineare che non è qualcosa che si può improvvisare, visto che un'esecuzione superficiale dello stesso può costare la vita al nostro piccolo cocorita.
Allevare a mano non è solo dare la pappa al piccolo fino allo svezzamento, anzi direi che spesso questo aspetto è irrilevante se non in alcuni casi controproducente: alcuni cochini vivono l'imbecco in maniera traumatica e se associano all'odiata siringa la vostra immagine, da grandi diventeranno si affettuosi, ma con qualcun altro.
La parte più importante dell'allevamento a mano è il tempo che si passa con il pullo dal suo 20mo giorno di vita in poi: il fatto di dargli anche da mangiare è il dazio da pagare per poterlo avere a disposizione il resto della giornata (una cocorita non allevata a mano, infatti, probabilmente rifiuterebbe il pullo se le venisse sottratto dal nido per molte ore durante il giorno).
Detto questo vediamo come si alleva a mano un pullo di cocorita:
Per prima cosa ci si procura:
• una pappa da imbecco(io ho usato con successo il Nutribird A21, ma in mancanza di quello anche la pappa da imbecco per nidiacei della Raff e in casi di emergenza il pastoncino all'uovo)
• un termometro digitale
• tazzine e cucchiaini
• una scatola di cartone
• un paio di rotoli di carta igienica
• una bilancina di precisione Una volta dotati di queste cose, potete prelevare il pullo dal nido le prime volte verso i 20-22 giorni, quando acquisterete un po di esperienza anche verso i 16-18gg.
Controllate comunque che il piccolo abbia sviluppato completamente il piumino bianco, altrimenti dovrete dotarvi anche di camera calda e la faccenda si complica.
Con il piumino sviluppato, il pullo può vivere benissimo nel cartone a una temperatura di 22-24 °C, anche se avrete cura di coprirlo con una pezzetta di lana se la temperatura in casa è sotto i 24°, in modo che conservi il bel teporino di oltre 40°C prodotto dal suo corpicino (a destra i pulli che dormono sotto la copertina di lana dopo l'imbeccata)
Il pullo mangia diverse volte al giorno a seconda dell'età
• dai 18 ai 20 giorni 5 imbeccate
• dai 20 ai 30 giorni 4 imbeccate
• dai 30 ai 40 giorni 3 imbeccate
• dai 40 ai 45 giorni 2 imbeccate
• dai 45 ai 50 giorni 1 imbeccata
La pappa va preparata mescolando la polverina della pappa da imbecco con l'acqua in rapporto 1 a 2,5 e mescolata velocemente in modo che non faccia grumi, quindi va misurata attentamente con il termometro digitale e quando la temperatura è di 39°C si può prelevare con la siringa (facendo attenzione di non aspirare aria) e somministrare al piccolo.
In questo modo, il pullo mangerà la pappa nella siringa che pian piano si raffredderà, ma non scenderà sotto i 37 gradi.
Se c'è bisogno di prelevare altra pappa , bisogna rimisurarne la temperatura , perchè se troppo calda si rischia di uccidere il piccolo per ustione del gozzo, se troppo fredda per stasi del gozzo (una sorta di congestione).
Il pullo si considera sazio quando il gozzo è gonfio e sodo e quando comincia a rifiutare la pappa della siringa. Di solito i piccoli mangiano 3-4 ml di pappa all'inizio e possono arrivare a 7-8 ml di pappa (a sinistra la piccola Mila con il gozzo pieno)
Durante e dopo la poppata è opportuno praticare al pullo un leggero massaggio del gozzo, in modo da far espellere le bollicine di aria (vi accorgerete che il piccolo farà uno o più ruttini).
E' anche importante pulire i residui di pappa dal corpicino del piccolo, tamponando con un batuffolo di cotone nel senso delle piume, oppure, quando la pappa si sarà leggermente seccata, ruotando delicatamente tra le dita le piumine dei baffetti e del gozzo, in modo da sgretolare la pappa: questa operazione, se fatta correttamente, sarà per il vostro piccolo fonte di immenso piacere, mentre se fatta in maniera maldestra, farà male al cochino che si ribellerà con strilletti e beccatine: a quel punto, lasciate perdere e cercate di lavar via la pappa con il cotone.
Per queste due pratiche vi rimando al video dedicato nell'apposita sezione.
Una volta espletata la pratica del pasto, pratica che va ripetuta a intervalli di tempo regolari, mantenendo fissa la prima poppata del mattino (ore 7:30) e l'ultima della sera (ore 23), e comunque verificando che il gozzo si sia svuotato quasi completamente dopo ciascuna imbeccata e completamente al mattino, si passa alla fase più importante: la cura del pullo.
La mattina, prima dell'imbeccata, ricordatevi di pesare il pullo, in modo da tenere sotto controllo l'aumento ponderale (durante questa fase il pullo aumenterà sempre un po il proprio peso, che perderà poi durante la fase dello svezzamento: un pullo può arrivare a pesare 50 gr verso il 30-32 giorno, per stabilizzarsi poi sui 35-40 gr a svezzamento ultimato).
Il piccolo va tenuto molto in mano o comunque a contatto con noi: dopo la pappa tenerlo nel calduccio delle nostre mani lo rassicura, fargli un grattino lo fa addormentare sereno, parlargli dolcemente (senza esagerare) lo abitua alla nostra voce.
Quando sarà più grandicello, verso i 25-27 giorni,si può iniziare a fargli esplorare l'ambiente, sempre alla nostra presenza, si può iniziare a insegnarli a stare in equilibrio sul nostro dito con le zampette e poi a salirvi...
Insomma, il rapporto con il cochino si costruisce soprattutto nelle altre ore della giornata.
Sempre dal 25mo giorno il coco avrà a disposizione nel suo cartone anche la spiga di panico e qualche semino di scagliola, che sono i semini più teneri con cui inizierà poi lo svezzamento.
Allevare a mano è proteggere e amare. E se il cocorita così cresciuto potrà vivere libero in casa con noi invece che in gabbia, ecco il primo vantaggio per lui dell'allevamento a mano.
Dimenticavo: non è vero che i cocoriti allevati a mano non socializzano più con i loro simili, non si riconoscono più nella specie di pappagalli e via dicendo: come i non allevati a mano soffrono la solitudine, pertanto se si sa di passare la maggior parte del tempo fuori di casa bisogna rinunciare ad avere un coco per amico oppure tenerne due,che si faranno compagnia in vostra assenza.
Ma, in ogni caso, vi daranno tanto affetto e tante soddisfazioni.















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